Sindrome post Covid-19
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Nell’ottica dell’open access, vogliamo creare un primo database con le testimonianze dirette di chi ha avuto, o sta affrontando la sindrome post Covid-19.
Per questo motivo ogni utente che vorrà partecipare dovrà registrarsi fornire il suo codice fiscale e compilare due form:
- Nel primo dovrà segnalare i sintomi avuti.
- Nel secondo rispondere a delle domande a risposta aperta.
Tutti i dati saranno sempre accessibili e speriamo di aiuto alla comunità scientifica per facilitare lo studio di questa malattia.
Di seguito il form dove lasciare i propri dati anagrafici. Subito dopo il primo form dove spuntare le caselle corrispondenti ai sintomi avuti una volta tornato negativo dal Covid-19. Una volta completato il tutto cliccare su “Invia”.
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raccontaci anche la tua!
“Non sono solo. Ci sono le formiche bianche. Spuntano in gruppo, piccole piccole, avvolte di candido, efficienti premurose e laboriose.
In questo enorme reparto luce fissa dei neon, io non so più dove ho gli occhiali, non le distinguo quasi mai, tutte uguali tutte animate e infervorate nei loro piccoli passetti veloci. Ogni tanto si avvicinano a qualche alto palombaro di bianco vestito, chiedono istruzioni, danno notizie, si offrono. Sono uniche nel loro sciamare, e tutte belle perché invisibili. Mi conoscono tutte, e tutti, mi salutano ed io devo fare finta di riconoscerle in una individualità che non conta. Sotto quei bardamenti e visiere solo occhi, appannati, piccoli grandi, chiari scuri, che in altre circostanze sarei in grado di distinguere, di apprezzare, di commentare.
C’è Mary, c’è Agata, c’è Giusy, c’è Federica, c’è Luisa, c’è Gabri. Alcune quando iniziano il turno vengono da me, controllano se dormo: se no mi salutano, se sì mi fanno una carezza senza firma e senza prezzo. E mi rimboccano il lenzuolo. E il mio ansimare diventa respirare.
E non che conti meno la strizzata d’occhio, da sotto la visiera, di Gigi, di Salvo, di Antonio.
Sono il meno vecchio, piango sempre, e mi chiamano “il ragazzo con le lacrime”, tirando fuori da non so dove la salvietta lenitiva. Per non dire delle api dottoresse, magiche, preparate, pazienti.
Figli adorati, è questo che vorrei lasciarvi (possibilmente senza andarmene…): investite sempre sul fattore umano, puntate sugli altri, abbiate voglia di conoscere, scoprire, amare, le persone che attraversano la nostra strada.
Ci sarà sempre qualcosa da imparare, da arricchirci. Non vi tirate indietro quando c’è da conoscere qualcuno e fare capolino nel suo mondo.
Non è solo cortesia o curiosità, ma è uno dei piaceri più grandi della Vita. Lo dico soprattutto ai più timidi di voi (pochi sanno quanto lo sia anch’io…), mi meraviglio che a volte mi rimproverate amabilmente per certe mie esuberanti estroversioni.
NON TENETEVI LE COSE, I SENTIMENTI, DENTRO. Non confondete il rispetto con la privacy, la timidezza con la discrezione; la curiosità è arricchimento.
I risultati saranno in ogni tempo, in ogni luogo, queste formichine bianche; questi messaggi d’amore che mi arrivano da ogni dove, questo essere visto come un simpatico impiccione, questa collezione di amici ed amori che mai vorrei deludere. E che forse è l’unica cosa che so essere.”
Giuseppe, 27/12/2020
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